Approvato il Reddito di Inclusione. Previsti contributi fino a 485 euro.

Che cos’è il Reddito di Inclusione?

A seguito dell’attuazione della legge delega approvata a marzo, è stato approvato il Decreto Legislativo n. 147 del 15 settembre 2017 che prevede l’introduzione del reddito di inclusione (REI) a partire dal 1° gennaio 2018.

Il Reddito di Inclusione è una misura che cerca di contrastare la povertà e l’esclusione sociale e va a sostituire il Sostegno all’Inclusione attiva (Sia) e l’Assegno di disoccupazione (Asdi).

Tale misura è rivolta alle persone che si trovano in condizioni di povertà assoluta, cioè in difficoltà a far fronte alle spese essenziali, circa il 28,7% della popolazione stando ai dati Istat aggiornati a fine 2016.

Il Ministro del lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato: “La misura appena approvata per la lotta alla povertà nella prima fase si rivolgerà a 660 mila famiglie, di cui 560mila con figli minori”. La priorità quindi verrà data ai nuclei familiari “con almeno un figlio minorenne o con disabilità anche se maggiorenne, a quelli con una donna in stato di gravidanza o un over50 in disoccupazione”.

In cosa consiste?

Il REI prevede un beneficio economico erogato attraverso l’emissione di una specifica Carta di Pagamento elettronica, una sorta di carta prepagata, emessa da Poste Italiane SpA, su cui viene addebitata mensilmente la somma spettante.

Questa emissione è soggetta alla valutazione della singola situazione economica e all’adesione ad un progetto personalizzato di attivazione: un piano di ricerca del lavoro, l’obbligo e la cura per l’istruzione dei più piccoli.

Tale beneficio può essere erogato fino ad un massimo di 18 mesi, dai quali però vengono sottratte le eventuali mensilità percepite del Sostegno per l’Inclusione Attiva.

Rispetto al Sia però l’assegno sarò portato da 400 a 480 euro mensili.

Chi può richiederlo?

Per poter richiedere il REI, il nucleo familiare deve soddisfare specifici requisiti anagrafici, economici, di residenza, di composizione e di compatibilità; inoltre i beneficiari devono avere un reddito ISEE massimo di 6mila euro, un patrimonio immobiliare inferiore a 20mila euro e un patrimonio mobiliare tra 6mila e 10mila euro. Mentre non potranno ottenere il REI i proprietari di imbarcazioni, auto o moto immatricolati nei 24 mesi antecedenti la richiesta del sussidio.

La richiesta di accesso alla prestazione può essere presentata a partire dal 1° dicembre 2017, presso appositi sportelli comunali istituiti su tutto il territorio dove è necessario presentare un’attestazione ISEE in corso di validità.

Per maggiori istruzioni amministrative è possibile consultare la circolare INPS n. 172 del 22 novembre 2017 che illustra anche il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto alla povertà.

Le tempistiche

La procedura di attivazione prevede tempistiche molto brevi: meno di un mese circa per incassare la prima mensilità, in quanto lo sportello che raccoglie le istanze ha un massimo di dieci giorni di tempo per trasmettere la documentazione all’INPS, che a sua volta ha solo cinque giorni per concedere il via libera.

Inoltre è possibile chiedere il rinnovo nel caso in cui sussistano ancora i requisiti previsti, ma solo dopo sei mesi dal termine del precedente trattamento.

L’ammontare

Il Reddito di Inclusione viene versato su 12 mensilità, per un massimo di 18 mesi. Il sussidio previsto va da un minimo di 190 euro per le famiglie costituite da un unico componente familiare fino a un massimo di 485 euro per i nuclei familiari con almeno cinque componenti.

L’ammontare dell’importo tiene poi conto di eventuali trattamenti assistenziali in capo al nucleo familiare e non può superare l’importo complessivo annuo dell’assegno sociale.

Reinserimento lavorativo

Il REI prevede inoltre la presa in carico del lavoratore in un programma di politiche attive di inserimento e/o reinserimento lavorativo ed inclusione sociale: chi riceverà il sostegno infatti dovrà “sottoscrivere un patto con la comunità”, che consiste nella tenuta di un buon comportamento civico ma anche nell’accettazione di proposte di lavoro suggerite dagli sportelli regionali.

Questo progetto viene messo in atto tenendo conto di una serie di valutazioni relative a: situazione lavorativa, educazione, istruzione e formazione, condizione abitativa, reti familiari, di prossimità e sociali della singola persona.

Condividi l'articolo